A cura di Sarah Bonomi ed Elisa Bondesan
Partiamo dalla difficoltà: per vincere al superenalotto bisognerebbe fare 1 combinazione di
6 numeri su 90, il che in termini di probabilità equivale a 1 possibilità su 622 milioni.
- È più facile che un asteroide colpisca la terra
- È addirittura più facile digitare in modo del tutto casuale con una carta non nostra dei codici al bancomat azzeccando il pin. In questo caso la possibilità è addirittura più alta: 1 su 90mila.
I DATI
Ma ipotizziamo di farcela. Ecco un problema: secondo i dati raccolti dalla Società italiana di psicologia, una
persona su tre (35%) avrà un peggioramento della qualità della vita dopo aver vinto la lotteria. C’è di buono che per 2 persone su 3 questo non avviene, se vogliamo guardare il lato positivo.
LA SINDROME DA RICCHEZZA IMPROVVISA

Nel caso dovessimo vincere alla lotteria quindi, cosa potremmo fare per evitare di essere la Sindrome definita dagli psicologici “da ricchezza improvvisa”?
La sindrome da ricchezza improvvisa è una depressione post-vincita con sintomi identici a quelli dei disturbi psicologici causati da perdita di lavoro, impotenza, perdita di una persona cara, pensionamento.
In un’intervista di Antonio Cerasa, neuroscienziato presso l’IBFM del CNR, spiega il perché di questo fenomeno.
COME SI SPIEGA A LIVELLO NEUROSCIENTIFICO?

SPIEGAZIONE DEL FENOMENO, PASSO DOPO PASSO
1.Quando una persona vince una somma importante di colpo, il nostro corpo
biologicamente sperimenta piacere. La persona percepisce di avere soddisfatto in pochissimo tempo tutti quei bisogni primari quindi sia quelli fisici (alimentazione, movimento, sicurezza..) sia quelli secondari che riguardano la stima, l’amicizia, il riconoscimento.
2.Cosa accade? Nel vincitore avviene una vera e propria
esplosione di endorfine, neurotrasmettori che alterano la percezione con l’esterno. In lui cresce la sensazione e la convinzione che “
tutto sia possibile, che può fare quello che vuole”

- Il circuito cerebrale deputato alla ricompensa viene iperattivato. E questo non va bene, perché se si iper-stimola questo network cerebrale, si crea un egocentrismo ipertrofico, che ricerca continuamente dei rinforzi positivi.

- La continua ricerca di stimoli porta ad essere Assuefatti: bisogna aumentare la “dose” (macchina nuova, casa di lusso…) o cercare un altro tipo di appagamento. La conseguenza può essere la depressione, perché il nostro cervello non è in grado di gestire così tanta stimolazione e intensità e quindi va in autodistruzione.

- Gli antidepressivi servono proprio per riattivare il circuito del piacere, lavorando sui neurotrasmettitori come la serotonina, che viene consumata.
QUINDI COSA POSSO FARE PER EVITARE QUESTA SINDROME?
Ma oltre a questo, puntare su altro:
quando i beni sono soddisfatti il piacere si esaurisce.
Ci sono piaceri invece che non si esauriscono così facilmente, ma al contrario si autoalimentano, scaricando tantissime endorfine che in questo caso, non vengono rimpiazzate così facilmente da altri beni materiali.
Ad esempio?
- Il bisogno di appartenenza: sentirsi parte di un gruppo, un’associazione, una squadra sportiva…
- La capacità di provare gratitudine: cercando di ridurre il senso di assuefazione e il cosiddetto “bias della negatività”. La gratitudine è considerata l’antidoto per l’insoddisfazione, e come sappiamo, è un’abilità da coltivare nel tempo giorno dopo giorno.
- La capacità di socializzare: le relazioni di qualità sono il bene più importante. Coltivarle consapevolmente prendendosene cura ogni giorno è un ottimo rimedio ai rischi della ricchezza.
Allora, siamo pronti a vincere alla lotteria senza temere le conseguenze?
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