Cinque consigli per imparare a sentirci a nostro agio nel disagio

22 Luglio 2022

A cura di Silvia Visetti, Dottoressa in Psicologia del Lavoro

Nel corso della nostra esistenza, prima o poi siamo chiamati ad affrontare una situazione scomoda. Questo può succedere in diversi ambiti di vita: personale, familiare, amicale, professionale o sportivo. Il fatto che siamo spinti ad uscire dalla nostra zona di comfort può causarci disagio e difficoltà nel fronteggiare quella particolare situazione destabilizzante.

Istintivamente siamo portati ad evitare o a rimandare situazioni o decisioni non note, e quindi potenzialmente lesive; tuttavia, diversi studi hanno dimostrato che trovare il coraggio di fronteggiare questi ostacoli lungo il percorso, imparando a gestire ansie e paure, può portarci a compiere notevoli passi in avanti nella nostra vita. Naturalmente il fallimento di fronte a un ostacolo è fisiologico: la mancanza di informazioni ed esperienze precedenti, può condurci “fuori strada” e a commettere errori. Questo disorientamento, insieme alla paura dell’ignoto, può spingerci a ritornare sui nostri passi rimanendo al sicuro nella nostra zona di comfort. Eppure, il momento in cui stiamo per gettare la spugna è esattamente il momento in cui dovremmo continuare a credere di potercela fare: sfidare noi stessi, superare le nostre paure e abbandonare ciò che ci fa sentire al sicuro, ci permetterà di scoprire nuovi orizzonti e di ottenere nuove soddisfazioni.

Diversi sono infatti i vantaggi che possiamo ottenere nel decidere consapevolmente di affrontare le sfide o ciò che ci procura disagio, dolore ed emozioni spiacevoli. Essere abili e capaci di tollerare le difficoltà può essere utile, soprattutto in un’epoca storica come quella attuale, ricca di incertezze e rischi.  

Per questo motivo, ho pensato di condividere cinque strategie per provare a stare nell’incertezza e a sentirsi maggiormente a proprio agio nelle situazioni scomode. Iniziamo!

La prima cosa è cominciare. Comincia con qualcosa di piccolo, purché sia qualcosa di sfidante. Del resto, dire e fare non sono esattamente la stessa cosa! Se la sfida è qualcosa di insormontabile, faticoso o troppo difficile per noi, rischiando anche di fallire, allora probabilmente troveremo un modo per non affrontarla o rimandarla nuovamente. Per questo motivo, si dovrebbe iniziare da qualcosa di semplice ed evitare situazioni più grandi di noi: approcciarsi a qualcosa di diverso, nuovo o scomodo per certi versi, ma pur sempre restando nei limiti del possibile, può avere l’effetto virtuoso di rafforzare la fiducia in noi stessi e il nostro senso di auto-efficacia per aver raggiunto l’obiettivo. Collezionare traguardi aumenta senz’altro la nostra autostima, ma anche la semplice immaginazione ha il potere di scatenare in noi emozioni positive transitorie. Ti invito a provare cercando di ricordare un episodio di successo della tua vita: la conclusione di un percorso di studi, la promozione a quel ruolo tanto desiderato da tempo, la vittoria ad un campionato agonistico, etc. Come ti senti a ripercorrere con la mente quei momenti? Probabilmente saranno nate in te delle sensazioni positive, un forte senso di soddisfazione e realizzazione personale. Se quindi il pensiero ha già di per sé questi effetti, immagina quanto potrebbe aumentare la sicurezza in te stesso/a se ricercassi proattivamente il cambiamento e ogni giorno ti impegnassi in una azione inusuale che ti farebbe sperimentare e cogliere nuovi spunti.

Il mio secondo suggerimento per te è fai qualcosa di scomodo, organizza qualcosa che sia completamente fuori dalla tua comfort zone: non deve essere qualcosa che assorbe tutte le tue energie, a cui devi pensare durante tutta la giornata o di cui sei terrorizzata/o; mi riferisco ad attività più semplici, ciò che conta è che sia qualcosa che ti emozioni. Quindi non deve essere necessariamente qualcosa di fisicamente spaventoso, come ad esempio paracadutismo. Le cose scomode non devono essere necessariamente enormi.

Ti consiglio quindi questo mese di fare qualcosa, a livello personale o professionale, che solitamente ti fa provare quella sensazione di disagio e che ti permetta di crescere, a spingerti sempre oltre e ad arrivare a fare cose che non ti saresti mai immaginata/o di fare.

Vi racconto un episodio. Ero alle superiori, al penultimo anno. Non mi piaceva parlare in pubblico e ad ogni interrogazione o presentazione ero a disagio, mi saliva l’ansia. Un giorno la professoressa di inglese entra in classe e chiede chi volesse partecipare ad un evento di public speaking. Allora io, presa dal nervoso di questa mia paura e disagio a parlare in pubblico, ho deciso di iscrivermi e combattere questa mia ansia. Mi sono pentita della mia scelta fino al giorno in cui sono arrivata quarta alle finali nazionali. Ebbene sì, alle nazionali. Con un’adrenalina in corpo che non so neanche raccontare, ma felice, incredula e allo stesso tempo orgogliosa di me stessa. Quindi inizia con qualcosa, vai oltre e aspetta di vedere dove questo ti porterà.

Terzo consiglio: quando capita qualcosa di scomodo o che ci mette a disagio, solitamente tendiamo a diventare ansiosi, nervosi e ci affrettiamo a prendere le decisioni o ad agire. Prova a fare l’opposto: rallenta, fai una pausa e rifletti. Supponiamo che qualcuno ti abbia appena detto “sai cosa? non funziona niente per la riunione di oggi“; il nostro corpo entra inevitabilmente nella modalità attacco-fuga: andiamo nel panico e avvertiamo come una sensazione di stretta allo stomaco, inoltre il nostro battito cardiaco aumenta, il respiro si fa affannoso, le mani iniziano a sudare, i muscoli si contraggono, … In questi momenti, può essere utile cercare di concentrarci sul nostro respiro e rallentarne così l’attivazione fisiologica. Fare un respiro profondo (con un’inspirazione di 4 secondi ed espirazione di 8 secondi) permette un prolungamento dell’espulsione dell’aria con conseguente rallentamento del battito cardiaco. Tutto questo è utile per uscire dalla modalità di attacco-fuga e per potersi avvicinare con più tranquillità e serenità al problema. Ecco perché prima di affrontare una sfida è indispensabile calmarsi.

Il quarto consiglio è facile e difficile allo stesso tempo: facile perché lo conosciamo, avendolo ascoltato milioni di volte, difficile perché tendiamo a seguirlo davvero poco. È importante circondarsi di persone che fanno cose scomode. Non abbiamo bisogno di avere tutti amici o familiari intraprendenti e propensi al rischio, ma può essere utile che almeno qualcuno presente nella nostra vita sia leggermente ribelle, con un pensiero divergente che trascina gli altri a sfidare il proprio modo di pensare. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci sproni e che ci sfidi, perché allora spesso tendiamo proprio ad evitare queste persone? Perché questi ultimi facilmente suscitano in noi sensazioni di disagio, frustrazione, provocazione. In realtà, trovare chi ci porta a pensare e ad agire fuori dagli schemi può essere in certi momenti scoraggiante, ma in altri può spronarci a fare qualcosa di diverso o a fare di meglio rispetto al nostro solito.

Step numero cinque: normalizzare il fallimento è la “conditio sine qua non” per la nostra crescita personale.

Il principale motivo per cui molte persone non vogliono fare ciò che le potrebbe mettere a disagio è l’aver paura di fallire o, meglio, il timore di ciò che le persone potrebbero dire di loro.

Se ti addormentassi in un luogo pubblico, cos’è la prima cosa che faresti? Probabilmente una volta sveglia/o inizieresti a chiederti chi possa averti visto. Ma se cadessi per terra e sapessi di essere da sola/o, cosa faresti? Ti concentreresti sulla tua ferita e su come stai, forse piangeresti anche o ti sfogheresti. Perché allora attribuire maggiore valore a ciò che potrebbero pensare gli altri del nostro fallimento anziché capire dove abbiamo sbagliato e cosa possiamo fare meglio la prossima volta? Sbagliare è un passaggio inevitabile se si vuole uscire dalla propria zona di comfort per sentirsi più flessibili e capaci di adattarsi a nuove situazioni e sfide future.

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